giovedì 29 marzo 2007

SCIOPERO


sabato 17 marzo 2007

C’era una volta il Municipio X

Il Municipio nasce come punto di riferimento territoriale, l’ufficio Servizi Sociali si occupava di dare sostegno, ascolto, informazioni e decidere quali aiuti dare al cittadino.
I servizi sociali offerti nel territorio sono sempre stati gestiti da cooperative private, dall’assistenza domiciliare (anziani, handicap e minori) ai centri diurni per le stesse utenze ed i centri di aggregazione.
Negli ultimi anni ci sono state critiche, dibattiti politici e richieste di internalizzare quelli che ormai sono “servizi” e non più progetti. Rifondazione comunista fu la portavoce di queste richieste, alla fine molto dibattute e poco ascoltate.
Ma il Municipio X (presieduto da Sandro Medici esponente di Rifondazione comunista) ha esagerato!
Ha cominciato circa tre anni fa ad esternalizzare se stesso. Per accedere ora ai servizi del Municipio bisogna passare per la cooperativa Cecilia.
Nel 2004 viene istituito il Social Center 950.
Ufficialmente il servizio viene presentato con queste parole:
Il Social Center 950 è un servizio di prima accoglienza rivolto a tutti i cittadini residenti nel Municipio Roma X Cinecittà, per informarsi, orientarsi ed accedere direttamente ai servizi sociali e socio-sanitari del territorio.L’Agenzia è realizzata in integrazione tra il Municipio Roma X Cinecittà e il IV Distretto Asl Rm B ed è gestita operativamente dalla Cooperativa Cecilia.All’interno del Social Center 950 lavorano operatori esperti nella comunicazione e nelle relazioni con il pubblico preparati ad offrire al cittadino che ne abbia necessità, un approfondito momento di ascolto delle problematiche finalizzato all’individuazione di possibili soluzioni.
Il cittadino può accedere all’agenzia per avere informazioni, consulenze professionali su tematiche sociali e/o attivare servizi a richiesta attraverso la presentazione di domande per i seguenti servizi.”

Costo di questo 59.002,14 + 74.000,00 = 133.000€ per 26 ore settimanali di apertura al pubblico.
Di fatto questo servizio sostituisce in tutte le mansioni ciò che prima avveniva all’interno del Municipio. Il cittadino che ha bisogno di sostegno o assistenza non può più rivolgersi al SERVIZIO PUBBLICO ma DEVE rivolgersi ad un servizio PRIVATO.
Questo comporta:
1.Spreco di denaro: non si potevano assumere 2 /3 assistenti sociali in più al Municipio con il denaro stanziato per questo servizio? Senza dover oltre al personale della Cecilia, pagare anche l’affitto di locali che sono, fra l’altro non vicini al Municipio stesso.
2. Confusione e disagio del cittadino: non c’è una informazione trasparente su questo servizio, ed il cittadino continua a rivolgersi al Municipio per poi essere dirottato al centro commerciale nel quale risiedono gli uffici del social center. Qui devono subire un colloquio con un operatore della Cecilia prima di parlare con un assistente sociale del Municipio dove saranno costretti a ripetere le stesse cose. Perdita di tempo per il cittadino e perdita di tempo per le assistenti sociali che ormai non lavorano più dentro al Municipio ma spostandosi continuamente da un servizio esternalizzato (ce ne sono altri di cui parleremo nella prossima puntata) all’altro lavoreranno si e no 1 ora al giorno.
3. Non c’è più confine tra pubblico e privato e viene a mancare la garanzia di professionalità che prima potevano trovare all’interno del municipio. Ora non si è più certi di parlare con una persona qualificata, si può avere a che fare con un assistente domiciliare o con un educatore senza neanche saperlo.
4. Conflitto di interessi. Il nuovo accreditamento del Comune di Roma ha consentito l’ingresso di altre cooperative nel Municipio X. Mentre prima il 95% dei servizi erano in mano ad una sola cooperativa: la Cecilia, ora il cittadino al quale viene proposto un servizio, potrebbe scegliere da quale cooperativa, tra quelle accreditate, ricevere il servizio stesso. Ma visto che è la Cecilia a fare i colloqui, ad aprire le pratiche, ed essere da tramite con il Municipio nella scelta dei gestori del servizio necessario, la Cecilia indicherà se stessa e manterrà, di conseguenza il monopolio dei servizi nel Municipio.

domenica 11 marzo 2007

INIZIATIVA

Tfr che fare??

A giugno scade il termine per la scelta della destinazione del TFR futuro। Poca informazione, olti dubbi e qualche inganno.
COME DIFENDERCI?
Il Co.Citt.O.S. (coordinamento cittadino operatori sociali) organizza un incontro informativo specifico per i lavoratori del settore socio-sanitario.

SABATO 24 MARZO ORE 15.30
Presso la sede del co.citt.o.s.
Via Appia Nuova 357
(Furio Camillo)


Interverrà Roberto Martelli rappresentante del Comitato romano contro lo scippo del TFR e per la previdenza pubblica.

venerdì 2 marzo 2007

Ok ragazzi/e del Cocittos, Bravissima l'autrice del blog

Non ci sono parole per dire un grazie alla nostra collega che si è adoperata per creare questo blog.
Speriamo sia il germoglio iniziale di una comunicazione sempre più vasta e più efficace tra gli operatori sociali di Roma e di tutte le altre città italiane ed europee.
Un abbraccio

giovedì 1 marzo 2007

IL COORDINAMENTO

Il Coordinamento Cittadino Operatori Sociali nasce 6 anni fa a Roma da un gruppo di operatori sociali che rivendicano l’applicazione della Delibera Comunale 135 del 2000 (ne trovate copia tra i materiali). Tale Delibera prevede che tutti gli enti che vincono un appalto del Comune di Roma devono rispettare il contratto Nazionale di lavoro, pena la recessione dell’appalto stesso. Di fatto questo non è mai accaduto, le cooperative non rispettano i contratti di lavoro per i soci lavoratori e fanno del precariato l’asse portante del proprio lavoro. Numerose sono state le denunce portate avanti dal coordinamento per mostrare e dimostrare che le istituzioni romane si lavavano le mani di fronte ai diritti dei lavoratori del sociale. Il comune rispondeva mostrandosi impotente all’applicazione della delibera in quanto necessitava un decreto attuativo della stessa delibera che esplicitasse le procedure di controllo da effettuare. Nel 2005, 5 anni dopo la famosa delibera la giunta comunale riesce a “partorire” il decreto attuativo (delibera 276/05). Le cose sono cambiate??? Assolutamente NO!!!
Ora il Comune avrebbe tutti gli strumenti per poter fare dei controlli e per eliminare da quello che orami è un “mercato del sociale” tutte le cooperative e/o le associazioni che non rispettano i contratti e/o abusano del precariato ma ancora non lo fa. Perché? Non ci sono ancora strumenti di controllo efficaci oppure sapendo già quello che troverebbero preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia?
Che fine hanno fatto le richieste di verifica per la Comunità Capodarco di Roma, per la cooperativa Arca di Noè, per la cooperativa Obiettivo 2000?
Ma quali cooperative potrebbero uscire pulite da un qualsiasi controllo?

FINALMENTE IN RETE

Di fronte ad un contesto lavorativo che vede le figure professionali impegnate nel sociale, isolate l’un l’altra, in cui gli stessi rapporti lavorativi sono spesso diversi (co.co.co. – partite iva – contratti a progetto – soci lavoratori – soci collaboratori – soci speciali – lavoratori a chiamata - dipendenti), occorreva uno strumento di collegamento e controinformazione che si rivela utile ed efficace per diversi motivi.
Anzitutto il punto di vista di chi lavora in prima linea nei servizi della città: siamo stanchi di sentire ipocrisie, autocelebrazioni di questa o quella autorità politica locale o nazionale sugli sforzi, i grandiosi risultati raggiunti, le allettanti possibilità offerte dai servizi sociali di Roma.
Definiamo la nostra professione, troppo spesso confusa o mascherata da un volontariato che non esiste più. Si spendono fior fior di quattrini per questi servizi ed è giusto che si sappia in quale modo vengono spesi e chi ne paga il costo più alto. Parliamo delle connivenze tra privato-sociale e amministrazioni comunali che continuano ad esternalizzare i servizi senza il minimo di controllo alle cooperative sociali che sotto l’etichetta della solidarietà vantano forti interessi economici e nascondono situazioni di estremo disagio.
Questo blog vuole essere uno strumento per uscire fuori dalla dimensione di “isolamento” nella quale ci troviamo a lavorare ed a vivere, un mezzo per poter conoscere le reali esperienze del “sociale” o per comprendere meglio le “regole” scritte e non che connotano questo settore, per poter meglio difenderci, per migliorare la nostra condizione che non è una condizione individuale, bensì di tutti.